Martin le portò una sedia. Le parole di lei lo fermarono prima che avesse potuto rimettersi a sedere.
- Prego, signore! - disse la signora Hominy. - Da dove grandinate?
- Temo di essere un po' ottenebrato dalla grande stanchezza - rispose Martin. - Ma, parola mia, non vi capisco.
La signora Hominy crollò il capo con un sorriso malinconico e molto espressivo, come a dire: "Corrompono persino la lingua, in Inghilterra!". E poi soggiunse, con l'aria di scendere uno o due scalini per andare incontro alle sue limitate capacità: - Da dove saltate fuori?
- Oh! - esclamò Martin. - Sono nato nel Kent.
- E vi piace il nostro paese, signore? - domandò la signora Hominy.
- Moltissimo, certo - rispose Martin, mezzo addormentato. - O almeno... sì, insomma... ci si sta abbastanza bene, signora.
- Quasi tutti i forestieri... e in particolare gli Inglesi... rimangono molto meravigliati da ciò che vedono negli Stati Uniti - osservò la signora.
- E con ottime ragioni, signora - disse Martin. - Io stesso non mi sono mai meravigliato tanto in vita mia.
- Le nostre istituzioni rendono il popolo di gran lunga intelligente - fece rilevare la signora Hominy.
- Anche l'uomo più miope potrebbe rendersene conto a prima vista e ad occhio nudo - disse Martin.
La signora Hominy si dilettava di filosofia ed era una scrittrice, di conseguenza aveva uno stomaco di ferro; ma quella frase rozza, quella frase indecorosa, fu troppo, quasi, anche per lei. Come si permetteva un gentiluomo solo con una signora - benchè la porta fosse aperta - di dire ad occhio nudo?
Trascorse un lungo silenzio prima che anche quella donna dall'intelletto così virile e torreggiante riuscisse a trovare la forza d'animo necessaria a riprendere la conversazione. Ma la signora Hominy era una viaggiatrice; la signora Hominy scriveva recensioni e disquisizioni analitiche, la signora Hominy aveva ricevuto lettere dall'estero che incominciavano così: "Oh, mia dilettissima", e firmava "La madre dei Gracchi moderni" (alludendo alla propria figlia maritata), lettere regolarmente pubblicate in un quotidiano, con tutta l'indignazione in lettere maiuscole e tutti i sarcasmi in corsivo. La signora Hominy aveva visitato i paesi stranieri con l'occhio di una perfetta repubblicana appena uscita da un forno modello; e la signora Hominy poteva parlarne (o scriverne) per ore e ore di seguito. Così, infine, la signora Hominy sferrò un massiccio attacco contro Martin, e poichè il giovane era profondamente addormentato, poté fare a modo suo, in tutto e per tutto, e lo conciò per le feste, come meritava.
Martin Chuzzlewit, Adelphi Edizioni, versione di Bruno Oddera.
(frontespizio del "Martin Chuzzlewit", incisione di Phiz, 1843)
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